Io so i nome dei responsabili, e so i fatti di cui si sono macchiati. Ma non ho le prove. Però la ricostruzione della verità non è poi così difficile. E a chi compete fare questi nomi e raccontare questi fatti? A chi ha il coraggio, non è compromesso col potere e non ha niente da perdere. Perchè, come diceva Sant'Agostino: "la speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio; lo sdegno per le cose come sono, e il coraggio per cambiarle".
lunedì 2 gennaio 2012
Un altro mondo dopo Assange
di Umberto Eco
Cerchiamo di cogliere la portata del fenomeno. Una volta, ai tempi di Orwell, si poteva concepire il Potere come un Grande Fratello che monitorava ogni gesto di ciascuno dei suoi sudditi, anche e specie quando nessuno se ne rendeva conto. Il Grande Fratello televisivo ne è una povera caricatura perché lì tutti possono monitorare quanto accade a un piccolo gruppo di esibizionisti che si radunano proprio per farsi vedere - e quindi la faccenda ha rilievo puramente teatrale o psichiatrico. Ma quella che ai tempi di Orwell era ancora profezia si è ora compiutamente avverata da quando, poiché il Potere può controllare ogni movimento dei soggetti attraverso il loro telefono cellulare, ogni transazione compiuta, hotel visitato, autostrada percorsa attraverso le carte di credito, ogni presenza in un supermarket attraverso le televisioni a circuito chiuso - e via dicendo - il cittadino è diventato vittima totale dell'occhio di un Fratello Grandissimo.
Così almeno pensavamo sino a ieri. Ma ora si dimostra che neppure i penetrali dei segreti del Potere possono sfuggire al monitoraggio di un hacker, e quindi il rapporto di monitoraggio cessa di essere unidirezionale e diventa circolare. Il Potere controlla ogni cittadino ma ogni cittadino, o comunque l' hacker eletto a vendicatore del cittadino, può conoscere tutti i segreti del Potere.
E se pure la gran massa dei cittadini non fosse in grado di esaminare e valutare la massa di materiale che lo hacker cattura e diffonde, ecco delinearsi un nuovo ruolo della stampa (e già lo sta impersonando in questi giorni) che, anziché registrare le notizie rilevanti - e quali fossero le notizie veramente rilevanti lo decidevano i governi, dichiarando una guerra, svalutando una moneta, firmando un'alleanza - ora decide autonomamente quali notizie debbano diventare rilevanti e quali possano essere taciute, addirittura patteggiando (come è accaduto) con il potere politico quali "segreti" svelati rivelare e quali tacere.
(A parte il fatto che - visto che tutti i rapporti segreti che alimentano odi e amicizie di un governo provengono da articoli pubblicati o da confidenze di giornalisti a un addetto d'ambasciata - la stampa sta assumendo anche un'altra funzione: una volta la stampa spiava il mondo delle ambasciate straniere per conoscerne le trame occulte, ora sono le ambasciate che spiano la stampa per conoscerne le manifestazioni palesi. Ma torniamo a bomba).
Come reagire al trionfo incontrollabile della Trasparenza Totale?
So benissimo che per il momento la mia previsione è fantascientifica e di conseguenza romanzesca, ma sono obbligato a immaginare agenti governativi che in forma riservatissima si spostano su diligenze o calessi per percorsi incontrollabili, lungo le strade di campagna delle aree più depresse, non toccate neppure dal turismo (perché il turista ora fotografa col cellulare tutto ciò che si muove davanti a lui), recando solo messaggi mandati a memoria e al massimo nascondendo le poche ed essenziali informazioni scritte nel tacco di una scarpa.
Bello immaginare inviati dell'ambasciata Livonia incontrare il messo del Paese dei Campanelli all'angolo di una strada solitaria, a mezzanotte, sussurrandosi una parola di riconoscimento nello sfiorarsi furtivi. O talora, nel corso di un ballo mascherato alla corte di Ruritania, un pallido Pierrot, ritraendosi là dove i candelieri lasciano una zona d'ombra, si toglierà la maschera mostrando il volto di Obama a quella Sulamita che, scostando rapidamente il velo, si paleserà come Angela Merkel. E là tra un valzer e una polka, avverrà l'incontro, finalmente ignoto anche ad Assange, che deciderà delle sorti dell'euro, o del dollaro, o di entrambi.
Va bene, siamo seri, non avverrà così, ma in qualche modo dovrà accadere qualcosa di molto simile. In ogni caso le informazioni, la registrazione del colloquio segreto, andranno poi conservate in copia unica e manoscritta in cassetti chiusi a chiave. Riflettiamo: in fondo il tentativo di spionaggio al Watergate (dove si trattava di scassinare un armadio o un raccoglitore) ha avuto meno successo di WikiLeaks. E consiglio alla signora Clinton questo annuncio che trovo su Internet: "La Matex Security esiste dal 1982 in difesa delle vostre proprietà. Con costruzioni su misura di Mobili per la casa con Secreté ove nascondere i vostri beni e documenti preziosi, dove qualsiasi malintenzionato non li troverà mai anche se perquisisce tutta la vostra casa o uffici e natanti di qualsiasi tipo e modello. Questi lavori sono e vengono fatti nel massimo della privacy e operati su misura e direttiva del cliente, esclusivamente costruiti da nostro falegname e personale di nostra massima fiducia".
D'altra parte avevo tempo fa scritto che la tecnologia procede ormai a passo di gambero e cioè a ritroso. Un secolo dopo che le comunicazioni erano state rivoluzionate dal telegrafo senza fili, Internet ha ristabilito un telegrafo su fili (telefonici). Le videocassette (analogiche) avevano permesso agli studiosi di cinema di esplorare un film passo per passo, percorrendolo avanti e indietro e scoprendone tutti i segreti del montaggio, mentre ora i cd (digitali) permettono solo di saltare per capitoli, e cioè solo per macroporzioni. Ormai con l'alta velocità si va in treno da Milano a Roma in tre ore mentre con l'aereo, tra vari spostamenti, ne occorrono almeno tre e mezza.
Non è quindi straordinario che anche la politica e la tecnica delle comunicazioni governative tornino ai corrieri a cavallo, a incontri tra le nebbie di un bagno turco, a messaggi recapitati in alcova da una qualche contessa Castiglione. Si apriranno pertanto buone prospettive di lavoro per le veline di domani e per chi abbia appreso a bene impiegarle a favore della cosa pubblica.
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