Io so i nome dei responsabili, e so i fatti di cui si sono macchiati. Ma non ho le prove. Però la ricostruzione della verità non è poi così difficile. E a chi compete fare questi nomi e raccontare questi fatti? A chi ha il coraggio, non è compromesso col potere e non ha niente da perdere. Perchè, come diceva Sant'Agostino: "la speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio; lo sdegno per le cose come sono, e il coraggio per cambiarle".
mercoledì 11 gennaio 2012
2012: L anno della cooperazione
Tutti per uno, uno per tutti! Il motto dei Tre Moschettieri di Alexandre Dumas si attaglia alla perfezione alla decisione delle Nazioni Unite di dichiarare il 2012 anno internazionale delle cooperative. Un modo per sottolineare il contributo di queste organizzazioni allo sviluppo socio-economico di un mondo alla ricerca di modelli di business alternativi. Se in natura la cooperazione favorisce la sopravvivenza di molte specie (basti pensare alle colonie d'insetti, ai banchi di pesci o agli stormi di uccelli), negli ultimi decenni l'uomo ha privilegiato il principio opposto – quello della competizione – rienendo che fosse lo strumento più efficace per il progresso umano. Nel 2012 le Nazioni Unite sperano di riuscire a ribilanciare una situazione fortemente squilibrata: “Le cooperative dimostrano alla comunità internazionale come si possa essere allo stesso tempo economicamente vitali e socialmente responsabili” ha dichiarato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. In particolare, il focus è sull'impatto positivo in termini di riduzione della povertà, generazione di posti di lavoro e integrazione sociale. La crisi finanziaria, la crescita delle diseguaglianze, fame e povertà hanno fatto crescere nel mondo lo scetticismo sulle ricette liberiste e sull'individualismo sfrenato del turbo capitalismo degli ultimi decenni. Scetticismo che cresce al crescere del potere economico del Sud e dell'Est del mondo. La gente cerca nuovi modi di fare business che coinvolgano e portino benefici ai poveri quanto ai benestanti. Non devono guardare lontano: sta già accadendo e su larga scala. Oltre un miliardo di persone nel mondo si sono associate in cooperative e queste imprese hanno migliorato il livello di vita di tre miliardi di persone secondo i dati forniti dall International Cooperative Alliance (ICA). Nel 2009 in Brasile le cooperative rappresentavano già il 37,2% del prodotto interno lordo del settore agricolo e il 5,4% del Pil totale. In Germania 8.106 cooperative danno lavoro a 440mila persone. In canada quattro cittadini su dieci sono membri di almeno una cooperativa. In India vi sono oltre 15.500 cooperative del latte sparse sul territorio alle quali aderiscono i piccoli allevatori che possono così beneficiare di una struttura comune ed efficiente di trasformazione e commercializzazione del prodotto. I benefici finanziari vengono spesso reinvestiti nelle comunità locali e questo rappresenta un tratto distintivo del modello cooperativo rispetto a quello capitalistico, dove i profitti generati localmente vengono incamerati da sconosciuti e lontanissimi azionisti. Secondo i dati dell'ICA, negli ultimi anni in Costa d'Avorio le cooperative hanno investito 26 milioni di dollari in scuole, rete viaria rurale e cliniche ostetriche. In Burkina Faso l'ambientalista francese Olivier Behra promuove la produzione di burro biologico da parte delle cooperative locali anche in funzione della protezione dell'ambiente e dell'ecosistema: “Nel momento in cui la gente può vivere vendendo i propri prodotti, inizia a proteggere anche l'ambiente e il territorio”, dice Behra. Ma le cooperative possono rappresentare una concreta alternativa per le economie malconcie e indebitate dei Paesi industrializzati? In effetti, in molti Paesi occidentali tra cui la Gran Bretagna le cooperative sono già oggi una forte realtà economica e il numero degli start-up di cooperative in settori quali le energie rinnovabili e la produzione alimentare è in forte crescita nonostante la recessione.
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